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Capitolo 69

Quando finalmente la carrozza imboccò il viale d’accesso alla magione, mi sporsi oltre il corpo di Leo per guardare con attenzione cosa stava succedendo davanti all’entrata. Sia la carrozza di Isaac che quella di papà erano già arrivate, e scorgevo i due discorrere poco lontani. Appoggiati al muro del portone c’erano Jeremy e Martin, che li osservavano con occhi attenti. Leo grugnì, seguendo il mio sguardo e scostandomi gentilmente dal suo grembo, si affrettò a scendere senza nemmeno aspettare che il cocchiere arrestasse del tutto la vettura. Lanciai uno sguardo a James e Abigail seduti davanti a me e poi, anche io, scesi di corsa per raggiungerlo. Alle mie spalle udii James imprecare e scattare per afferrarmi, nel caso fossi stata così sbadata da cadere anche in quel frangente. Sorrisi poggiando i piedi a terra senza nessuna difficoltà e mi allontanai, felice che nonostante tutto, James fosse ancora così protettivo nei miei confronti, quasi quanto Leo. «Cionondimeno,» sentii...

Capitolo 68

  Quando mi fui ripresa dalla malattia e dalle ferite, per lo meno abbastanza da poter uscire dalla mia stanza con il benestare del dottore, mi informarono che mia madre verteva in condizioni gravissime e che, forse, non sarebbe vissuta ancora a lungo. Leo mi chiese se me la sentissi di vederla un’ultima volta, di dirle addio. Non risposi, ma mi lasciai condurre verso la stanza dove giaceva la donna, ormai morente. Bussammo alla porta e dopo pochi istanti ne uscì il dottore, arrossato e stanco. Leo gli chiese come stesse la paziente e l’altro sospirò, uscendo cautamente dalla porta per non disturbare. «Mi rincresce molto dovervelo dire,» gemette guardandomi con gli occhi colmi di mortificazione, «ma per quanto io provi a fare, vostra madre sembra intenzionata a lasciarsi andare. Io… non so più che fare, sono tremendamente desolato.» Scossi la testa, cercando di fargli capire che non era colpa sua. «Vi ringraziamo per il vostro aiuto, andate pure a riposarvi,» lo congedò...

Capitolo 67

I giorni seguenti trascorsero in maniera molto confusa. Mi venne riferito che mamma era stata ritrovata da Lucas, priva di conoscenza in un fossato non molto lontano dalla casa di Andrew. A quanto pareva, correndo nel buio doveva aver messo male un piede inciampando in una radice e finendo col battere la testa, e da quel momento anche lei era costretta a letto, in condizioni critiche. Isaac invece si era già testardamente rimesso in piedi e, nonostante la spessa benda che gli fasciava metà del volto, sembrava essere tornato il solito odioso uomo di prima, intenzionato ad andarsene prima possibile da quella dimora non appena sua figlia fosse stata abbastanza in forze da non morire durante il tragitto fino a Londra. Il dottore disse che avevo perso una grande quantità di sangue e che avevo bisogno di estrema calma e risposo per potermi riprendere, ma che ero tuttavia stata molto fortunata, la lama che mi aveva trafitta non era affondata tanto in profondità come avrebbe potuto fare ed i...

Capitolo 66

Uscii dalla stanza muovendomi inconsapevolmente, come all’interno di un sogno, no, era un terribile incubo dal quale speravo di svegliarmi al più presto solo per scoprire di essere al sicuro, placidamente stretta nell’abbraccio di Leo. Il dolore e la spossatezza che sentivo in tutto il corpo però, mi comunicavano che gli avvenimenti degli ultimi minuti erano stati tutti reali, che due persone erano morte nella mia stanza, che ero un’assassina. Arrivai a tentoni alla balaustra che mi avrebbe condotto al piano di sotto ma, quando misi il piede sul primo gradino, le mie gambe già molto deboli cedettero e presi a ruzzolare giù per la scalinata, strinsi i denti mentre cadevo, troppo concentrata a contenere i danni o provare ad arrestare la caduta, anziché spalancare la bocca e urlare. Quando riuscii a bloccarmi ero quasi alla fine della scalinata, gli occhiali persi chissà dove, sentivo male ovunque e, ancora, nessuno sembrava essersi accorto di niente. Gli occhi si riempirono di lacrim...